Esaurimento psicofisico, risentito e omeopatia
Nel trattamento dell’ esaurimento psicofisico è utile considerare l’ omeopatia per i campi emozionali da i quali procede spesso questa condizione. L’ omeopatia è stata la prima forma di medicina in Europa a includere la sofferenza emotiva e mentale nelle pertinenze operative di un medico. Questo è oltre modo rilevante se si considera che l’ omeopatia compie questo avanzamento di conoscenza alla fine del settecento, quando il malato nella sfera emozionale o mentale era nella migliore delle ipotesi ignorato. L’ omeopatia ha aperto l’interesse del medico verso una comprensione più ampia della sofferenza umana. La parola esaurimento è intesa nel linguaggio comune come un sinonimo di disagio. Per un medico invece rappresenta l’adattamento meno efficace con il quale un paziente risponde a stressors reali o immaginati.Anche eventi di vita quotidiana possono portare ad esaurimento psicofisico dovuto ad adattamento. Lo snodo essenziale per comprendere i legami singolari tra situazione che ingenera esaurimento è la personale percezione dello stressors evidenziata dal singolo paziente. Gli adattamenti che corrispondono ad un esaurimento psicofisico possono coincidere con molte malattie somatiche e psichiche.
Secondo l’ omeopatia per la valutazione dell’ esaurimento è necessaria l’osservazione di cosa muove, come si muove e dove si muove il paziente. Per avere un dato attendibile è necessario osservare la reazione e non l’evento scatenante la reazione. In omeopatia la reazione del soggetto in esaurimento, unica e irripetibile come l’impronta digitale è denominata risentito. Lo stesso evento può, infatti, causare risentiti diversi secondo il carattere, e le memorie e del soggetto esaminato. Un determinata situazione stressogena rimane un evento aspecifico fino al momento nel quale la reazione individuale evidenzia caratteristiche specifiche di ogni singola persona.
Un lutto, una separazione oppure mobbing sono per esempio situazioni in grado potenzialmente di alimentare un esaurimento, ma ciò non avviene in tutti i soggetti esposti ma solo in alcuni. Solo nell’interazione particolare tra esperienza di stress e percezione di stress s’ingenera un esaurimento psicofisico. Secondo l’ omeopatia per una corretta osservazione del paziente affetto da esaurimento psicofisico è dunque necessario separare evento storico e risentito. In seguito l’attenzione è tesa alla corretta descrizione del risentito, perché l’evento storico rappresenta una situazione aspecifica occasionalmente coinvolta nell’induzione di una reazione specifica. L’ omeopatia costituisce in ambito europeo la prima medicina “parlante”. La consuetudine di far parlare il paziente di come risente i suoi dolori non è una curiosità dell’ omeopatia, ma metodo di indagine. Solo il risentito descritto dal paziente permette di individuare il rimedio di omeopatia utile nel trattamento. Il trattamento tramite rimedi applicati solo al sintomo esaurimento psicofisico sono pertanto estranei al metodo dell’ omeopatia oltre che scarsamente efficaci.
Secondo l’ omeopatia in un individuo con esaurimento psicofisico è solo a causa del risentito che applica un adattamento tanto impegnativo. L’ esaurimento non è pertanto ne frutto dell’errore né tanto meno il capriccio della natura. La lesione dovuta all’ esaurimento impedisce al malato una riposta vitale allo stress patito, condizione ritenuta a livello inconscio pericolosa e dunque da evitare. Secondo l’ omeopatia l’esaurimento si esprime anche con componenti fisiche impegnando i tessuti coerentemente ai campi emozionali e al risentito implicati. Il trattamento del paziente con esaurimento non può limitarsi secondo l’ omeopatia alla semplice e doverosa rimozione delle espressioni fisiche della sofferenza. Il medico si dovrebbe eseguire il trattamento del paziente con tutti i metodi possibili adoperandosi per il sollievo dei sintomi organici, ma anche per il raggiungimento di equilibrio emotivo e la conflittolisi. In condizione di equilibrio emozionale e di gestione conflittuale non solo c’è una notevole resistenza alla malattia, ma tutti gli atti umani rispettano questa pregevole condizione.
Questo ideale di medicina evoluta e completa appartiene a tutte le culture mediche non solo all’ omeopatia. La confluenza di una cultura medica moderna e antica può realizzare non solo la salute degli individui, ma anche la salute delle società d’individui e infine il rispetto per la natura che le ospita.
La scelta di quale rimedio di omeopatia, quando e a quali dosi sia indicato nel trattamento del singolo paziente è orientata dal risentito e deve essere pertanto riservata a un medico omeopatico. Si tratta di un’indagine complessa che procede dai segni fisici verso la percezione unica che il paziente ha degli stessi. Egli si avvale per questo lavoro di una visita medica completa e sopratutto di uno strumento denominato repertorio di omeopatia. Una volta il repertorio era un grande libro adagiato su un leggio e riposto sulla scrivania del medico che pratica l’ omeopatia. Oggi si tratta di un data base presente nel suo computer e consultato costantemente durante la visita. Il repertorio è lo strumento per individuare ai fini del trattamento il rimedio più simile al paziente tra tutti i possibili. Il successo del trattamento con omeopatia dello stress dipende, infatti, dalla precisa repertorizzazione di tutti i sintomi particolari espressi e da un’indagine precisa sulla personalità del malato.
I rimedi omeopatici adottati per la cura dei pazienti hanno generalmente la formulazione di globulo perlinguale. L’ assorbimento dei rimedi avviene pertanto in bocca. La medicina omeopatica possiede oltre il globulo tutte le altre possibili formulazioni dei suoi rimedi, inclusa l’ omeopatia iniettabile. Questa ultima metodica ha un ruolo importante nel trattamento delle malattie più impegnative e può contribuire a ridurre un eventuale fabbisogno di farmaci per via sistemica. La medicina omeopatica richiede una conoscenza profonda della materia medica per poter prescrivere rimedi in terapia. Anche la valutazione delle interazioni con altre forme di terapia e la loro necessità per il paziente è compito dell’ omeopata. La medicina omeopatica richiede, esami clinici, valutazione dei sintomi e delle cause, diagnosi, conoscenza dei rimedi adatti al paziente, conoscenza di tutte le altre forme di terapia per la quali possa costituire alternativa o integrazione. Pertanto somministrare omeopatia è atto medico e deve essere esercitata da un medico competente. L’ iscrizione presso l’ Ordine dei Medici e presso il Registro dei medici che praticano l’ omeopatia, sono una indicazione per il paziente sulla qualità della formazione ricevuta dell’operatore. Rimedi e la pratica della medicina omeopatica non si contrappongono alle linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabiliscono con esse una virtuosa sinergia e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott.Fabio Elvio Farello